Sei una Guida Turistica, un membro della Pro Loco o di un’associazione che si occupa di promozione turistica?
Guida i visitatori alla scoperta delle bellezze del tuo Paese o della tua Città.
Scopri come fare contattandoci all’indirizzo Mail: info@tripdifferent.com
Il Santuario Sant’Angelo di Balsorano è antichissimo, la prima menzione ufficiale è data dalla bolla Papale del 1296 e firmata da Bonifacio VIII. La bolla invita il Vescovo di Sora, Nicola a recuperare i beni del Monastero, appartenuto all’ordine di S. Benedetto che in quel periodo era ridotto in miserevoli condizioni e i suoi beni erano stati usurpati. Nei secoli successivi lo troviamo menzionato in numerose Pastorali. Il Santuario era anticamente denominato Monasterium in Cripta appunto perché costituito da un enorme e singolare grotta.
Secondo la tradizione, i Francescani giunsero a Balsorano nel XIII secolo, formando una prima comunità proprio quando San Francesco di Assisi era ancora in vita. Non si hanno notizie documentarie che consentano di avvalorare o meno tale credenza, ma importanti informazioni sono riportate nella relazione innocenziana. Il documento seicentesco ricorda che nel 1303, per concessione del Papa Benedetto XII, i frati ricostruirono l’antico complesso: la chiesa assunse la pianta a navata unica con il coro e una cappella voltati a crociera; il convento fu realizzato ad un solo corpo.
La Chiesa Santissima Trinità di Balsorano è stata fondata tra il 1934 e il 1937 e deve il suo nome alla chiesa SS. Trinità del paese vecchio distrutto dal terremoto del 1915 e successivamente ricostruito nella parte bassa della valle. Proprio a causa del violento sisma che distrusse l’intera area della Marsica sia in Abruzzo che nel Lazio, sono scarse le notizie pervenuteci in relazione alla storia della chiesa. Fondata nel Medioevo entro le mura dell’ancora esistente Castello di Balsorano, la chiesa Santissima Trinità di Balsorano Vecchio si presentava come un imponente edificio a croce latina, abbellito da numerose cappelle affrescate e una gigantesca cupola costruita interamente in rame.
A valle del Castello di Balsorano, limitrofo il fiume Liri che nella località “Starze” fa una grande ansa verso la china sinistra, esistono due gioielli del passato che l’incuria e l’abbandono stanno portando a rovina. Essi sono il Tempio della Madonna delle Grazie e la Torre che alcuni studiosi fanno risalire all’epoca romana. Il tempio dedicato alla Madonna delle Grazie è un manufatto del XII secolo. La struttura è formata da una zona circolare dove è ubicata la Mensa Eucaristica e dove era certamente posizionato l’Ambone, nonché da una vasta zona limitrofa adibita all’assemblea dei fedeli.
Un viaggio nelle bellezze del Comune di Balsorano (Aq), nella lussureggiante Valle Roveto alla scoperta del fascino dell’antico borgo medioevale di Balsorano Vecchio. Arroccato su una dolce collina che domina la Valle Roveto nell’ultimo lembo di Marsica confinante con la provincia ciociara e Sora. Si raggiunge dalla s.s. 82, attraverso una strada che sale verso la Rocca, immersa nel verde e con la maestosa cima di Monte Pizzo Deta, alle spalle; seconda vetta della catena montuosa degli Ernici.
Il primo suggestivo panorama del Comune di Balsorano lo troviamo a piazza San Martino, con la centrale omonima fontana barocca, ottocentesca (1850 ca.) fu riposizionata nel 1870 accanto ai resti della Chiesa della SS. Trinità, su copia di un disegno del Bernini. Frontalmente, la medioevale Porta San Martino conserva ancora tutta la sua maestosa bellezza, unica delle 4 porte un tempo esistenti e poi distrutte dal terremoto della Marsica del 1915. A sinistra i resti del campanile della chiesa dedicata alla S.S. Trinità, parrocchia ufficiale del borgo fino alla sua distruzione a causa del terremoto del 1915, questa fu ricostruita dopo la distruzione della prima chiesa denominata Chiesa Vecchia, edificata il 22 ottobre del 1444 dal suffeudatario Lisi da Celano, cugino della contessa Covella da Celano. Dopo la distruzione, memore della devozione del popolo balsoranese, venne ricostruita nel nuovo paese, a Valle. Fa da sfondo a questo scenario l’imponente presenza del castello Piccolomini, XII secolo. Di proprietà dei conti celanesi fino a quando il Re Ferdinando d’ Aragona, con diploma del 12 febbraio 1463, assegnò la contea di Celano, compresa la baronia di Balsorano, al genero Antonio Todeschini Piccolomini, nipote del Papa Pio II, i possedimenti vennero ratificati nel pubblico concistorio dallo stesso Pio II nell’anno 1473. Dobbiamo però sottolineare che il Piccolomini riuscì ad impossessarsi del castello ed il borgo soltanto dopo l’anno 1469, poiché l’ultimo conte di Celano, Rogerone fino a questa data non volle cederne il controllo, resistendo all’assedio da parte degli Orsini fedeli al Re. Fino a giugno del 1468 Rogerone risulta essere ancora Conte di Celano. Gli ultimi proprietari blasonati fino al 1939 furono i Conti di Balsorano della famiglia di Casafuerte-Lefebvre, amici dello scrittore francese Marcel Proust e il Vate Gabriele D’Annunzio. Si racconta che, secondo tradizione, la prima auto circolante a Balsorano fosse quella del Vate, giunto a far visita alla sua amica Marchesa Flavia Lefevbre- Casafuerte.
Da Piazza Raffaele Troiani, percorrendo via Flavia verso destra si raggiunge il famoso Castello (oggi aperto per visite previo appuntamento telefonico), andando verso sinistra della piazza, si raggiungere la chiesa di San Rocco, patrono del borgo che viene festeggiato il 15 agosto ed il 16 la Madonna dell’Assunta quando entrambe le statue dei santi vengono portate in una suggestiva e solenne processione intorno al castello ed il borgo… Si riconoscono le mura ed i resti dell’antico trecentesco convento di San Francesco il quale, secondo tradizione, di ritorno dalla terra del lavoro si fermò nei dintorni, motivo per cui i monaci fondarono la sua chiesa. Da qui, nel panorama dei monti che incorniciano il tutto, è visibile anche la facciata della chiesa del XV secolo, dedicata a S. Antonio Abate. Percorrendo la ss. 82 si raggiunge la Località Lazzaretto dove, venivano ricoverati i malati di peste durante la terribile epidemia del 1600 che il Manzoni narra nei Promessi Sposi. Un’indicazione turistica segnala l’antica e suggestiva chiesa intitolata alla Madonna delle Grazie. Spettacolare è la sua posizione, adiacente le rive del fiume Liri il , nella beata simbiosi tra antico e natura possiamo ammirare un vero gioiello del passato, del quale rimangono l’abside circolare con l’altare ancora integro, la navata e la cupola. Accanto la chiesa si trova la torre rinascimentale, che tra il 700 e inizi novecento era adibita a mulino. Anche qui la tradizione vuole che, sia la torre che l’abside della chiesa, siano costruite su due torrioni di un avamposto Romano sul fiume Liri. Ai piedi dell’antico borgo, lungo la ss. 82, sorge oggi Balsorano Nuovo. Qui è possibile visitare la parrocchia della S.S. Trinità ed il Convento di San Francesco nel quale è stato collocato il bellissimo altare quattrocentesco, salvato dal terremoto che aveva devastato il convento; sono originali anche gli stemmi della famiglia Piccolomini-Silveri (1600) incassati nella balaustra dell’ altare.
Dalla piazza principale del Comune di Balsorano Nuovo verso i monti di Serra Lunga, si raggiunge il Santuario di Sant’Angelo: all’interno di una meravigliosa ed imponente grotta naturale, è situato a quota 917 posta sopra il Vallone di S. Angelo, sotto un’alta parete rocciosa, è il più famoso santuario in grotta della Val Roveto. Il momento storico più importante della esistenza del Santuario è rappresentato dalla “Bolla Pontificia” di Papa Bonifacio VIII, datata 16 febbraio 1296, e conservata presso il Santuario stesso: con questa il papa toglieva i benefici del monastero all’Ordine di S. Benedetto per darlo alla Mensa Vescovile di Sora. Nell’interno della grande grotta, probabilmente già utilizzata in età preistorica, sono tre cappelle: quella in basso, fra le due scale, rifatta in età recente, è dedicata a S. Giuseppe e S. Antonio di Padova; sopra, sulla destra è quella dedicata a S. Michele con dipinto di S. Michele Arcangelo datato 1874; sopra, sulla sinistra è la cappella della Madonna dello Spirito Santo con relativo dipinto datato 5 Maggio 1533.
Il fascino di questa terra è dato anche dalle molteplici sue frazioni. Una di queste è Ridotti che protegge, orgogliosa, l’Ecclesia S. Mariae de Saxis de Valle Sorana: una piccola perla la cui costruzione risale al XII secolo grazie ad una donazione della famiglia Tuzi di Sora. Delle decorazioni interne si fecero carico i conti dei Marsi del castello Piccolomini all’epoca della trasformazione e dell’ampliamento del castello da parte di Bernardo Gambarelli, detto Rossellino, incaricato intorno alla metà del Quattrocento da Papa Pio II. Gli amanti delle passeggiate in montagna, oltre a godere di panorami sorprendenti che si affacciano sulla valle soave del fiume Liri, possono raggiungere la piccola cappella di San Giovanni, in località Serra Alta nella frazione di Case Marconi: un luogo che narra mille anni di storia e di leggende a mille metri di quota.
E’ tradizione festeggiare il 23 aprile il Santo protettore di Balsorano Nuovo: San Giorgio. A fine maggio la SS.ma Trinità titolare della Chiesa Parrocchiale. A fine Agosto i Santi: Francesco e Antonio da Padova. Il 15 agosto il patrono di Balsorano Vecchio: San Rocco. Il 16 agosto: la Madonna dell’ Assunta. Il 10 agosto, nella notte di San Lorenzo, da anni ricorre la manifestazione eno-gastronomica “Calici e musica sotto le stelle” nella suggestiva cornice del Castello Piccolomini e dell’antico borgo medioevale di Balsorano Vecchio. Il mercoledì si svolge l’ultra centenario mercato. Le fiere tradizionali sono: la prima domenica di gennaio ed il 2 agosto, festa e fiera del Perdono di Assisi.
Concludiamo la nostra visita con alcune specialità culinarie del Comune di Balsorano. Nel periodo pasquale è tradizione infornare “I Piccillat”, un dolce a base principalmente di farina zucchero e strutto, aromatizzato all’arancia con una doppia lievitazione. Ulteriore leccornia rustica pasquale: “I Calascinetti”, dei ravioli ripieni di diversi tipi di formaggio: pecorino stagionato, formaggio di mucca, grana padano e pepe.
Elisa Antonini – Pagina Fb “Perle e Pillole Balsoranesi“